giovedì 20 dicembre 2012

Am I asleep,am I awake,or somewhere in between?

Mercuzio.
Me lo immagino pallido, con un viso angelico dai riccioli d'oro e due occhi blumare incastonati,  però me lo immagino un po' anche come te, con il tuo modo di stare al mondo.

Gli uomini in calzamaglia sono qualcosa che non dovrebbe essere legale. Ora capisco perchè ce ne sono pochi e perchè quei pochi la calzamaglia se la mettano solo nelle loro stanze chiuse con gli specchi alle pareti.
E' uno di quegli indumenti che è sconsigliato da indossare se vuoi nascondere qualcosa, perchè non ne è proprio capace. Anzi.
E' tutto lì, in bella vista e gli occhi delle donne ringraziano di tanta sinuosità, di così tanta perfezione.
E ti verrebbe quasi da allungare una mano e provare a raggiungere, in uno slancio di coraggio, e sfiorare appena la solidità di quel fascio di muscoli tesi, in completa armonia con il resto del corpo. 

domenica 16 dicembre 2012

It’s in all the things and other things that make you who you are.

[Post in ritardo 2, la connessione non ne vuole proprio sapere!]

Silenzio tutt'intorno.
Provo a sollevare le palpebre per lasciar passare un po' di luce, non so che ore siano. Possono essere le 9, come può già essere mezzogiorno e nel profondo spero sia proprio così. Pesanti, le lascio ricadere e torna il buio confortante.
Provo a muovermi per svegliare dolcemente il mio corpo e lo trovo intorpidito e riluttante a lsciar andare il calore nel quale sono avvolta.
Fuori da là sotto dove sono fa freddo, lo percepisco dalla punta del naso che sonda l'aria circostante.
Mi volto su di un fianco per non affaticare il cuore che pigro pompa ossigeno nelle vene, lo sento il battito, lento, cadenzato. Mi ci concentro.

Urla.
Parole indistinte a cui cerco, con uno sforzo enorme, di dare un senso compiuto. Ne capto solo alcune. Disconnesse, quasi strozzate.
Urla.
Le mie orecchie si rifiutano di ascoltare.
Tutt'intorno il silenzio e lei
Urla.
Tutti tacciono ancora assopiti dal sonno e lei
Urla.
Qualcuno lentamente si lascia sottrarre alla dolcezza di un sogno e lei
urla.
Stringo gli occhi, mi porto le ginocchia al petto e istintivamente il battito accellera. Mi sofrzo ancora di capire, provo ad abbattere il muro che il mio inconscio ha appena innalzato tra me e il mondo esterno.
Altre parole. No. Non sono solo parole, c'è anche qualcosa di più familiare.
Il mio nome.

Mi raggomitolo ancora di più e affando la testa nel piumone che morbido mi accoglie nel suo abbraccio.
Sono al sicuro qui. Al caldo.
Rumori di stoviglie. Passi frettolosi. Oggetti che vengono spostati freneticamente e ancora il mio nome.
Un movimento vicino. Troppo.
Lascio la presa delle ginocchia e mi metto in ascolto.
Tutto il mio corpo impercettibilmente si protende, teso.
Ancora urla.
Urla e il mio nome qua e là, tra una frase e l'altra. So che se rimango zitta è peggio, ma il mio cervello è ancora appannato dal sonno al quale sono stata appena sottratta e non capisce.
Emetto un paio di mugolii che mi rimbombano in gola e nel naso, in risposta alle sue urla. Gli occhi sempre chiusi, la testa fa appena capolino. Sento altri passi. Un rumore secco, deciso. La porta si chiude, sbatte.Poi il silenzio, di nuovo.

Pace.

Finalmente è domenica mattina.              

Tizelle.

[Post in ritardo, causa arbitrario sciopero della connessione.]

La mia dea interiore è tre giorni che balla la samba, ininterrottamente. 
Ha due stelline al posto delle pupille che brillano radiose e si crogiola  in questa apparente soddisfazione. E' proprio contenta lei, sì, perchè per la prima volta ho preso in mano le redini della situazione.

Ho fatto un respiro profondo, ho digitato velocemente 16 parole, ho selezionato il suo nome e ho premuto il tasto invio.
Ho ripreso a respirare e a far fluire ossigeno nei polmoni, mettendo via ancora più velocemente il telefono. Giusto in tempo, prima che me ne pentissi.
"E sempre il giorno sbagliato per parlare con la gente. O forse è sbagliata la cosa in sè" Ho pensato.
"Non sarai mai dell'umore giusto per questo, quindi tanto vale farlo oggi!" Mi ha suggerito la mia cara e "premurosa" dea.

L'attesa? Snervante, ovviamente.
Ho aspettato. La mia mente si è affollata come una fermata della metro la sera e sembrava di essere al circo o ad un incontro di pugilato, dipende dai punti di vista.
Niente è più efficace del fare contro il pensare.
Con finto interesse mi sono tenuta affaccendata nelle mie solite faccende.
Ti dì.
" oh merda". Tendo a diventare scurrile quando sento il panico che si insinua dentro me silenziosamente, come un gatto.

2. Due ore dopo lo guardavo seduto con le gambe incrociate davanti a me, con la sua solita tranquillità, chiedendomi se fosse possibile che da lui si trasmettesse a me, senza che noi, poveri mortali, ce ne accorgessimo. Il panico era sempre all'erta, lo sentivo solleticarmi alla base del collo, ma ero stranamente sicura , "oddio" sicura. Sicura del motivo per cui ero lì e mi sono chiesta, inspirando, come faccia ad avere sempre questo buon profumo. Di bucato appena fatto, anche dopo tutto questo tempo.

Mi sono persa. Sì, mi sono decisamente persa tra le sue parole. Sfiorata appena dal freddo, non avevo bisogno di concentrarmi per ricordarmi di non smettere di respirare e di non dire frasi sconclusionate, fino a che mi sono accorta di aver perso la sensibilità delle dita dei piedi e in parte anche di quelle delle mani.
E con ancora più stupore mi sono detta che non mi importava. Ero lì. E c'era anche lui.
Non avrei scambiato quel momento neanche con tutte le coperte del mondo.

< E' stata una bella serata>
è a questo punto che lei, la mia dea, ha iniziato a ballare la samba con le stelline agli occhi. 
E io non ho potuto che sorridere.

Ora però basta, diamine, sta diventando snervante!
Non ne vuole proprio sapere di smetterla.

lunedì 10 dicembre 2012

Putting up the Christmas tree.

Volevo scrivere un post. Avevo tutte le idee belle sistemate, messe in ordine. Pensavo anche di aver fatto (una volta tanto) qualcosa di buono buttando giù un mio pensiero, così...
Ed era carino, sì, era proprio carino come era venuto. Ci avevo messo anche un video ed un'immagine, cosa che non faccio quasi mai..[ pensate un po' voi come mi ero impegnata a scriverlo]. Era tutto perfetto. perfetto cazzo!  Le idee giuste, la grammatica corretta, una bella immagine ed un bel video di contorno, forse aveva anche un senso logico stavolta.
Ma NO! Ci si doveva mettere di mezzo lui con i suoi "C'è stato un errore nel tentativo di pubblicazione del post. Riprova" e io qui a riprovare all'infinito, provando a spiegare le mie ragioni, cercando di corromperlo a pubblicarmelo sostenendo la mia tesi e che cioè," se uno scrive qualcosa di buono deve essere premiato, non punito e quindi su su, dai, lo so che vuoi pubblicarmelo, andiamo! è un'idea geniale, giuro stavolta è diverso, ti garantisco che non te ne pentirai..ecc ecc..!". 
Dopo la ventesima volta ci ho rinunciato. Basta. E una lotta impari, una battaglia già persa in partenza (per me ovviamente!). Quindi amen. Ho mandato a farsi benedire tutto quanto, il progetto, l'outfit tanto carino e studiato e il significato profondo. 
Tutto qui.

venerdì 7 dicembre 2012

We're bleeding out.

Qui c'è bisogno di cambiare. Mai e dico MAI provare a farlo partendo dal passato.