mercoledì 30 marzo 2011

Without.


- Non capisco il senso di tutto questo..?!-
 - …-
 - Insomma, perché raccontarmi di lei? Di quello che è per te? Io cosa sono nella tua vita? Sono solo un volto passeggero..perché affidare le tue parole proprio a me?-
 -..sarai un volto passeggero nella mia vita solo se vorrai esserlo. Prova a restare e vedi come si sta; se starai scomoda non ti impedirò di andare via..-
 - In pratica un contratto a tempo indeterminato, privo di qualsiasi vincolo, giusto?-
- Esatto..-
- Quando voglio prendo la mia roba e me ne vado..-
- Si, proprio così..-
A parte.
(Deve essermi sicuramente sfuggito qualcosa!)

lunedì 28 marzo 2011

Fuori pioveva.


E ti senti in balia delle onde, nessuna riva ti sembra la tua meta, ma tu ce l’ hai una meta?
Seduta su questa sedia il movimento del mare ti prende, ti trascina via, ti stravolge, ti sbatte, ti svuota, ti smembra. Tu, non puoi fare niente per evitare tutto questo, quindi, l’unica cosa da fare e lasciare che ti porti con se.
Il taglio netto è sempre la cosa migliore. Sempre. Anche questa volta lo è stata. Nessun rimpianto, nessun rimorso, nessun senso di colpa, il problema non eri tu, ma neanche lui. Forse un problema neanche c’era, eppure una rottura ha risanato tante ferite che quasi distrattamente si erano lacerate.
Sorridi. Sorridi perché non hai lacrime per piangere.
Percorsa da brividi rimani inerme, non sai bene cosa sia, non sai bene perché stia affiorando proprio adesso, malinconia, o forse nostalgia, ma nostalgia di cosa? Nostalgia della sua assenza.
Prima non c’era, ma era come se ci fosse, ora non c’è, ma davvero non c’è. Il vuoto che ti riempie ha bisogno di essere colmato,ti sta lacerando. 
La favola del principe azzurro è qualcosa che se la vivi ci credi, ma non tutte le favole hanno il lieto fine, questa è solo una delle tante.
Sarebbe bello se potessi ancora credere, anche solo un po’.

domenica 27 marzo 2011

Una gerbera arancione.


Svegliarsi un po’ indolenziti. Rimanere abbracciati fino a che si è ancora assonnati. Poi alzarsi, un bacio fugace, latte e caffè, un biscotto, di quelli al cioccolato però, perché oggi è domenica e la domenica si può.
Una gerbera, un gerbera arancione, dello stesso colore del sole e un ricordo fugace.
Estati passate a rincorrere le nuvole spettatrici dello scorrere del tempo; prati immensi in cui giocare a nascondino e spaventarsi all’incontro di qualche piccolo essere sconosciuto con chissà quale storia da raccontare.
< Portami al mare >
< cosa?>
< Portami al mare!>.


domenica 13 marzo 2011

Qui. Con me.

Se mi stringessi tra le tue braccia ancora un po’ so che troverei quel calore che il sole non mi dona più. Se ti avvicinassi ancora un po’ potrei imprigionarti nelle mie mani e decidere di non lasciarti più andare. Se mi sorridessi ancora una volta potresti catturare il mio sguardo e lasciarlo appeso chissà dove. Se le tue mani sfiorassero le mie potrei indicarti quello che so. Se tu mi amassi o se l’amore ti avvolgesse io potrei essere qui. Io aspetto. Sono qui. Non un passo avanti né uno indietro. Ma tu. Dovrai decidere.

sabato 5 marzo 2011

The wrong foot


Quei giorni in cui tutto il mondo sembra essersi alzato con il piede sbagliato, persino il sole si nasconde imbronciato lì dietro le nuvole. Quei giorni in cui il microonde e la caffettiera hanno deciso di non funzionare l’uno e di funzionare male l’altro, ma nonostante il caffè bruciato, il latte freddo, il traffico e il ritardo tu, in quei giorni, sei stranamente felice. Tutti quanti sono arrabbiati, nervosi, isterici, perché forse anche loro hanno bevuto caffè bruciato e latte freddo a colazione. Unico modo per comunicare sono le urla. Le urla contro il niente, piene del più assoluto nulla e rivolte a nessuno. Eppure quando tutti urlano, tu sorridi.