lunedì 30 aprile 2012

We're crushing like waves.

E' come decidere di non salvarsi. Andare a fondo lentamente senza cercare riparo, senza trovare nessun appiglio a cui aggrapparsi. Non provare neanche ad opporsi. In fondo a poco servirebbe. Tutto è destinato a finire, anche tu, anche voi, anche loro. Dal tutto non si salva nessuno. Affaticato dal tempo, distrutto dalla consapevolezza perchè lottare. Se sopravvivi oggi, muori domani, che tu lo faccia felice o meno. Lascia stare. Lascia andare. Come hai già fatto. Come è giusto che sia.

[Però ti prego, portami con te.]

mercoledì 18 aprile 2012

It's like I'm the one you love to hate, but not today.

La guardò distesa accanto a lui. Come un unico corpo si adattò al suo respiro nel silenzio di una casa abbandonata. Sollevava appena le lenzuola poggiate sull'addome e lentamente l'ossigeno entrava in circolo riportando la calma e la tranquillità. Sicurezza. Saperla lì, sapere che gli sarebbe bastato anche solo muovere la mano di qualche millimetro e l'avrebbe trovata ad occupare il vuoto al suo fianco. Corpi a contatto. Le sue cosce ancora accaldate, percepirne la consistenza attraverso le sottili coperte. Bianco e rosa carne, quasi pallido, quasi un unico colore. Le gote arrossate e le labbra socchiuse in un eterno bacio. Lei. Inerme. Indifesa. L'odore dei suoi capelli tra le dita. 
"...ricordo che mi mancava il respiro. Il mio mondo in quel momento erano le sue mani. Sentivo il suo cuore, veloce. Le sue labbra, il mio respiro affannoso. Le mani che cercano, che trovano centimetri di pelle.Non so se avevo paura. No, non era paura. Forse non era neppure piacere. Era scoperta, era crescere. In qualche modo. Tremavo. Le parole strozzate in gola e tra noi il silenzio. Un silenzio strano. Un parlarsi senza parole. Un non capire più nulla. Tremavo ancora. La paura è venuta dopo."
Ecco. Ora puoi lentamente lasciarti andare. Non importa più nulla. Né l’ipocrisia, né la cattiveria. Ci sei solo tu tra queste lenzuola bianche, tu e la tua nostalgia che, fedele compagna, giace accanto a te in silenzio. Brucia la pelle là dove le sue mani si sono posate anche solo fugacemente. Brucia il suo ricordo a contatto con la realtà. Chiudi gli occhi e sogna, forse stavolta sarai più fortunato, la troverai là, solo per te.

giovedì 5 aprile 2012

Don't let 'em inside your head.


Capita così, sempre allo stesso modo. Ormai dovresti esserci abituata, eppure ti coglie sempre alla sprovvista, sempre quando è meno opportuno. Sempre quando sei più debole. Dovresti anche aver imparato a reagire, a non rimanere spiazzata con gli occhi persi nel vuoto, eppure non accade mai. O almeno non fino ad ora.
Hai letto da qualche parte che “ l’amore è il cancro che tutti vorremmo avere”, peccato che quello non era amore, questo non è amore. E’ qualcosa che ha i contorni della malattia, un misto tra ossessione e follia, simile alla paura, dalle sembianze troppo vicine all’ annullarsi.
Un terribile mal di testa, tiri il piumone fino a ricoprirti il viso a metà e te ne stai là, immobile, a godere ancora per un poco del tepore che c’è lì sotto. Come avessi un trapano in testa lo senti martellare sulle tempie e per un attimo pensi di urlare, forse così la smetterà. Anche se hai gli occhi chiusi percepisci i raggi del sole che pigro si affaccia alla tua finestra gettando ombre di arancione qua e là. Adori questi brevi istanti prima del caos che riempie le tue giornate.
Provi a muovere un braccio per riprendere coscienza del tuo corpo, ma non risponde, in compenso una miriade di fastidiosi pizzichi ti si cosparge addosso. Adesso vorresti davvero urlare, ma non lo fai. Borbotti qualcosa e ti accorgi che la tua gola raschia, quasi come se avessi fumato un intero pacchetto di sigarette. Silenzio. Troppo per essere un giorno al centro della settimana. I rumori consueti sembrano assenti, niente odore di caffè, niente cucchiaini che sbattono pigramente nelle tazze, nessuno chiude ed apre in continuazione la porta del bagno, assolutamente niente. Possibile? Socchiudi gli occhi e il fracasso nella tua testa esplode. No. No. No. Meglio di no. Li richiudi subito e tutto torna solo dentro te, ovattato dalle pareti della tua mente.