domenica 13 gennaio 2013

All I want is the taste that your lips allow.

Ho un livido a forma di mezzaluna sul ginocchio, artistica come cosa sì, un po' meno artistico e più che altro doloroso, è stato procurarselo.Non ricordo gran chè, solo la mia corsa, il fiato strozzato in gola e un piede.

Il suo dannatissimo piede che si è frapposto tra me e la palla che rincorrevo.

Poi il resto è confuso, anzi, nella mia mente è inesistente.Non c'è un dopo. C'è solo il mio corpo accasciato a terra e il collo decisamente troppo vicino allo spigolo della porta.

Ho riso. Ho riso a crepapelle pensando subito allo spettacolo che avevo appena dato alla gente che era lì. Ho riso perchè una scarica di adrenalina mi ha percorso lo scheletro, appagando le mie membra dolenti per il colpo.

Avrebbero dovuto farmi un video, "sarebbe stato epico" , così mi è stato detto. Sì, un bel video per poi magari ridere tutti insieme del mio praticamente inesistente senso dell'equilibrio. Perchè no? Tanto quella che non può piegare/accavallare/stendere le gambe senza una fitta di dolore sono io, mica sono loro!E per me che vivo con le gambe accavallate è una lenta tortura. Mi sento più sicura, più protetta e un pizzico anche più sexy ( ma chi voglio prendere in giro!?Sexy non è decisamente un aggettivo che mi si addice.). Chiusa con il resto del mondo nel mio spazio, nella mia bolla invisibile, che quando accavallo le gambe o incrocio le braccia magicamente appare e mi protegge. E a me piace pensare che sia così. Ora però non posso, non posso perchè fa troppo male, è uno sforzo che non riesco a sopportare.

Improvvisamente la mia ilarità si è trasformata in rabbia, non so esattamente quando, ma è accaduto. Un processo irreversibile. Allora ho pregato il mio fattore ottavo affinchè faccia al più presto il suo dovere, così che io possa tornare ad avere il pieno utilizzo delle mie gambe.