venerdì 22 luglio 2011

mercoledì 20 luglio 2011

Valige vuote. Ancora.

La senti sotto la pelle come fosse una scossa elettrica. Continuamente. Ti ricorda quanto poco tempo manchi e quanto ancora devi fare per esser pronta. 
E' più o meno una vita che fai il conto alla rovescia crocettando i giorni. Sono solo tre quelli per renderti conto che dovrai salire su quell'aereo e finalmente deciderti a volare.
Paura. Agitazione. Felicità. Nervosismo, che ormai tende all'isterico. Incredulità. Euforia. E forse anche un pizzico di tristezza affollano queste ore e sgomitando ti tengono compagnia.

domenica 17 luglio 2011

Non è per sempre.


Un sorriso. Un paio di occhi. Mani che si intrecciano. Vite che si rincorrono. Se ne stava lì. lei. Spettatrice e curiosa osservatrice di queste storie che aveva incontrato quando ormai l’età della spensieratezza e delle corse nei campi dietro il vento era finita.
Guardava con bramosia di conoscere ed immaginava come potessero essersi svolte le vicende senza poter chiedere, senza averne conferma.
Epoche diverse si susseguivano davanti al suo sguardo che come catturato la tratteneva lì.
Un istante ed anche lei si sentiva parte di quel pezzo di storia immortalata. Lei. Nata nell’oggi, ma figlia del passato.

sabato 16 luglio 2011

Pensando che no. Stavolta no.


Ora che non posso parlarne. Scrivo. Perché in fondo tutto questo cos’è? È perdizione. È vizio. È paura di non essere abbastanza. È gelosia. È possesso. È contatto. È appartenere a qualcuno. Sentire di essere parte integrante l’uno dell’altra. È essere, in qualche modo, speciale.
Ma no. Così non funziona e lo sappiamo entrambi. Forse tu un po’ meno. Forse tu non ti sei neanche posto il problema. Forse tu non hai affatto visto in questo un problema. In me.
Eppure io si. Lo vedo in te. Tu sei un mio problema. Una mia debolezza. Insomma sei vicino al divenire un tormento.
Solo che stavolta è diverso. Deve esserlo. Perché io proprio i compromessi non li sopporto. E con l’idea di essere solo un ripiego proprio non ci sono mai andata d’accordo.
Tu non mi appartieni. Non puoi. Tu non puoi essere quello che tempo fa io ti ho chiesto di non essere.
Quindi :
Caro cuore, ce ne sono molti altri su questo pianeta di ragazzi.
Con affetto, il cervello.

giovedì 14 luglio 2011

Make me wanna die.


Il vento impertinente sposta i capelli attaccati al collo sudato donandoti un po’ di refrigerio in tutta questa afa che attira gli insetti e toglie il respiro.
Fuori tutto scorre. Veloce. Lontano. I tuoi occhi non sanno più distinguere i confini che separano le distese dei campi che così diventano un tutt’uno arido e secco.
Una goccia di sudore audace percorre il lato del tuo viso e cade sul petto. La lasci fare, non hai le forze per muovere un solo arto.
Assonnata. Il viso solcato dalla stanchezza e dall’aver dormito troppo poco. Sfinita e allo stesso tempo ammaliata da tutto questo. Dal movimento continuo e regolare delle onde, dalla finezza della sabbia che si insinua persino nei tuoi pensieri, da tutte queste risate che riempiono l’aria e ti fanno venir voglia di sorridere.
Forse anche intimorita dalla debolezza della carne, che traditrice si concede al tocco di una carezza fugace e delicata.
Tra tutto questo ancora vento. Ancora caldo e affanno.

lunedì 11 luglio 2011

Alone.


Ogni tanto è bene sedersi e riflettere. Io lo faccio spesso e tolte le volte in cui non giungo ad alcuna conclusione le restanti riesco ad essere soddisfatta del risultato; per esempio oggi: oggi è un giorno particolare, è uno di quei giorni in cui guardando indietro si riesce a cogliere come le cose cambino inesorabilmente nella vita di ciascuno, in particolare nei legami. Alcuni di questi risultano troppo forti per esser distrutti dal semplice scorrere del tempo, altri troppo deboli. Poi ci sono quelli comodi o come piace chiamarli a me “ a ponte idrogeno” (solo chi studia biologia può capire a cosa mi riferisca), che cioè fanno da “ ponte” per un qualcos’altro, ma che sono troppo deboli per durare a lungo; ci sono anche quei legami forzati su cui ognuno si modella per dare il meno fastidio possibile, non per essere piacevole, ecc. ecc..ci sono così tanti tipi di legami che si instaurano tra la gente che sarebbe per me impossibile elencarli tutti qui. Quindi, con l’aiuto di un’amica, oggi, abbiamo provato a fare un disegno in cui abbiamo inserito le persone che crediamo siano più vicine a noi e, oltre al fatto che ci siamo accorte di come siano diminuite nel corso degli anni, abbiamo notato come ognuno di questi avesse un qualcosa in più o in meno che lo rende diverso e in un certo senso speciale. All’inizio c’era solo una folla indistinta di volti, poi abbiamo separato la gente che conosciamo, da quella con la quale non abbiamo mai avuto a che fare e qui già la situazione è cambiata; dopo, abbiamo diviso quelli con cui ci fermiamo al semplice saluto da lontano( in questa categoria rientrano anche quelli che non vanno oltre lo sguardo del sabato sera, i quali ovviamente hanno nomi che gli abbiamo attribuito noi del tipo “ secondo te quello come si chiama?”), a quelli con cui ci si ferma a parlare; poi ancora ci sono divisioni sotto suddivisioni per ciascuno, perché ci sono persone con cui ci si sbilancia di più ed altre con cui invece si sta molto attenti e insomma, in conclusione, togliendo noi, e l’amico da quattro chiacchiere ed una birra, non rimane gran ché. Perciò, siamo giunte alla conclusione che, nostro malgrado, qui bisogna trovare un compromesso!

mercoledì 6 luglio 2011

Vesper's goodbye.


Difficile ammetterlo. È difficile anche solo pensarlo. Ma dirlo. Dirlo sarebbe la cosa migliore. Eppure..eppure farlo significherebbe renderlo reale. La realtà, diversa dalla fantasia, dal sogno. Ma è a lei che devi rimanere attaccato. Non serve aggrapparsi alla speranza che magari qualcosa possa cambiare. Non accadrà, e tu lo sai. Lo sai meglio di chiunque.
Un bacio.
Brucia ancora sulle tue labbra.
Una lacrima.
Che timida affiora dai suoi occhi.
E la musica.
Quel bacio non è musica. Tutta la tua vita ha sempre avuto una colonna sonora. Qualsiasi ricordo. Ogni attimo che sia degno di esser ricordato ha un sottofondo.
Un suono. Un ritornello.
Ma quel bacio è muto. Non è neanche rumore.
Dimenticare?
No, improbabile. È ancora lì sulle tue labbra. Lo senti sotto il tocco indiscreto dei polpastrelli.
Ricordare?
Si, ricordare il silenzio. L’unico istante di silenzio. Ricordare è più semplice, perché quel bacio non era un inizio. Era un addio.

lunedì 4 luglio 2011

Unknown


Cammini sul marciapiede. Ti guardi intorno impaziente. Osservi chiunque ti passi di fianco per essere sicura che lui non ci sia, ed ogni volta che sospetti che possa essere in quel gruppetto là o tra quei due ragazzi, inizi a respirare a fatica, diventi quasi paonazza e abbassi lo sguardo per evitare di dover incrociare il suo.
Un leggero venticello soffia attraverso i tuoi capelli, fino al collo, ti fa rabbrividire. Rialzi lo sguardo e ti manca l’aria. Lui è lì. Di fronte a te, ma non ne sei sicura, il buio rende difficile distinguere bene la gente. Eppure c’è qualcosa che ti dice che sia lui. Una sensazione. Del disagio.
I vostri sguardi si incrociano. Percepisci la sua presenza ed è come se tacendo ti stesse chiedendo se davvero sei tu. Ti imponi di respirare regolarmente e abbassando la testa confermi i suoi dubbi.
Dopo il buio, più di prima. Tu e lui. Tu seduta sulla panchina sotto gli alberi e lui di fronte a te in piedi. Distoglie lo sguardo dalle tue mani incrociate in grembo e vieni incuriosita da un bagliore; i suoi occhi che riflettono il pallore della luna sono l’unica fonte di luce. Si avvicina e impercettibilmente sfiora la tua guancia con due dita. Brividi, brividi e ancora brividi che ti percorrono.
Il suo calore, il suo profumo, la sua voce, no, tu non esisti..e le sue labbra sulle tue, appena appoggiate. Impresse per sempre. No..tu non esisti. Non più. Non per me.
Un filo sottile tra sogno e realtà, tra arte e quotidianità. Così sottile da esser confuso e da confondere.

domenica 3 luglio 2011

Falling drops.


Ascolta. Socchiudi gli occhi e ascolta come la pioggia batte alla mia finestra. Come le migliaia di gocce che vengon giù si frantumano sui vetri e cadendo al suolo lasciano dietro di se una scia quasi impercettibile, piccole parti di sé.
Svegliati. Anche stamattina è arrivata la pioggia, che incessante cade. Ora apri gli occhi e guardala nel suo idillio, godine fino a che c’è. Poi, potrai addormentarti ancora.