lunedì 4 luglio 2011

Unknown


Cammini sul marciapiede. Ti guardi intorno impaziente. Osservi chiunque ti passi di fianco per essere sicura che lui non ci sia, ed ogni volta che sospetti che possa essere in quel gruppetto là o tra quei due ragazzi, inizi a respirare a fatica, diventi quasi paonazza e abbassi lo sguardo per evitare di dover incrociare il suo.
Un leggero venticello soffia attraverso i tuoi capelli, fino al collo, ti fa rabbrividire. Rialzi lo sguardo e ti manca l’aria. Lui è lì. Di fronte a te, ma non ne sei sicura, il buio rende difficile distinguere bene la gente. Eppure c’è qualcosa che ti dice che sia lui. Una sensazione. Del disagio.
I vostri sguardi si incrociano. Percepisci la sua presenza ed è come se tacendo ti stesse chiedendo se davvero sei tu. Ti imponi di respirare regolarmente e abbassando la testa confermi i suoi dubbi.
Dopo il buio, più di prima. Tu e lui. Tu seduta sulla panchina sotto gli alberi e lui di fronte a te in piedi. Distoglie lo sguardo dalle tue mani incrociate in grembo e vieni incuriosita da un bagliore; i suoi occhi che riflettono il pallore della luna sono l’unica fonte di luce. Si avvicina e impercettibilmente sfiora la tua guancia con due dita. Brividi, brividi e ancora brividi che ti percorrono.
Il suo calore, il suo profumo, la sua voce, no, tu non esisti..e le sue labbra sulle tue, appena appoggiate. Impresse per sempre. No..tu non esisti. Non più. Non per me.
Un filo sottile tra sogno e realtà, tra arte e quotidianità. Così sottile da esser confuso e da confondere.

Nessun commento:

Posta un commento