giovedì 14 luglio 2011

Make me wanna die.


Il vento impertinente sposta i capelli attaccati al collo sudato donandoti un po’ di refrigerio in tutta questa afa che attira gli insetti e toglie il respiro.
Fuori tutto scorre. Veloce. Lontano. I tuoi occhi non sanno più distinguere i confini che separano le distese dei campi che così diventano un tutt’uno arido e secco.
Una goccia di sudore audace percorre il lato del tuo viso e cade sul petto. La lasci fare, non hai le forze per muovere un solo arto.
Assonnata. Il viso solcato dalla stanchezza e dall’aver dormito troppo poco. Sfinita e allo stesso tempo ammaliata da tutto questo. Dal movimento continuo e regolare delle onde, dalla finezza della sabbia che si insinua persino nei tuoi pensieri, da tutte queste risate che riempiono l’aria e ti fanno venir voglia di sorridere.
Forse anche intimorita dalla debolezza della carne, che traditrice si concede al tocco di una carezza fugace e delicata.
Tra tutto questo ancora vento. Ancora caldo e affanno.

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