venerdì 16 dicembre 2011

Would you lay with me and just forget the world?

Camminava. Camminava lentamente con passo cadenzato senza prestare attenzione agli altri passati, anche loro concentrati sulle proprie vite. Camminava e il suo cappotto rosso le si apriva ad ogni folata di vento. 
Svoltò a destra sapendo esattamente dove la stavano conducendo i suoi stivaletti marroni. Si fermò a guardare l'insegna luminosa di cui non si leggevano più tutte le lettere. Riabbassò lo sguardo e spinse la porta a vetro. La investì subito il calore dell'interno e l'odore di caffè bruciato, forse il nuovo cameriere non aveva ancora capito come si usava quella macchinetta. Sorrise al ricordo del suo essere così impacciato. Si sedette a quel tavolo, il solito, nell'angolo tra il muro e la vetrina, le piaceva non esser vista, ma poter guardare la gente affaccendata che passava sul marciapiede. Caffè, latte, due biscotti al cioccolato e due cucchiaini di zucchero. Calma. Silenzio interrotto solo da un mormorio sommesso di sottofondo. L'abitudine la faceva sentire come a casa, non aveva bisogno di preoccuparsi, non doveva temere nulla, poichè nulla che non fosse solito ed usuale sarebbe venuto a disturbarla in questo suo momento di monotona quotidianità. Spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli che le era venuta davanti al viso mentre sorseggiava il suo caffè e poi si lasciò cullare dal tepore proveniente da dietro la sue spalle. Si stava così bene lì che pensò di rimanere ancora. Qualsiasi cosa pur di posticipare il ritorno alla frenesia disordinata dei suoi pensieri che ora finalmente tacevano. Sapeva bene che bastava varcare quella soglia, mettere un solo piede fuori e tutto sarebbe ricominciato più confuso di prima. Sarebbe tornato il vento autunnale ad aprirle il cappotto facendola rabbrividire e sarebbero tornati ad urlare e stridere tutti quei pensieri nella sua testa. Troppi e troppo ingrovigliati per poter trovare la pazienza adatta a rimetterli al loro posto.
Quindi rimaneva là, seduta, con il naso nella sua tazza fumante, ferma nel suo piccolo pezzo di tranquillità.

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