venerdì 28 ottobre 2011

No words to explain how much it hurts.

Qui con il naso fuori dalla finestra scruto il buio alla ricerca di qualche punto luminoso. Stavolta non lascio che i miei occhi si perdano tra le sfumature di arancione, rosso, rosa, azzurro, per poi dover fare fatica per tornare a guardare un po' più vicino, un po' meno lontano. Un rivolo di vento autunnale mi sfiora il viso facendomi rabbrividire quasi più di ciò che mi è davanti e che impercettibilmente ha rubato il mio sguardo. Timore. Tutta questa immensità osservata senza precautele spiazza. Eccolo. Un puntino lì ed uno qui, poco più vicino. Un altro là e poi là e ancora là. Contare sarebbe inutile. Non avrebbe inizio, nè fine. " E' sempre stato tutto qui. Tutto così. Perfetto e immenso. Senza l'aiuto di nessuno. Giorno dopo giorno." Non sarebbe male poter avere un posto tutto per sè lassù. Piccino. Tra un punto e l'altro. Magari essere anche tu uno di quei punti e ridere dei tentativi degli altri di assegnarti un numero ben preciso.

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