domenica 20 febbraio 2011

Lenzuola.


Il getto d’acqua fredda la colpisce in piena faccia, quando con uno scatto finalmente riesce ad aprirlo, tutta questa acqua fredda che si abbatte sul suo corpo le dona sollievo, apre gli occhi, guarda al centro del doccino da dove partono gli spruzzi e lascia che l’acqua le scorra addosso seguendo le curve del suo corpo. Quel getto le serve anche per svegliarsi un attimo, non si è appena alzata, ma si sente indolenzita, pigra. Esce dalla doccia, si avvolge in un asciugamano; così percorre il corridoio e raggiunge la sua stanza, lui è ancora là. Lo trova disteso tra le lenzuola che ricamano il suo corpo nudo e lo rendono quasi visibile, le ondate di calore che poco prima erano cessate, ora riprendono, la percorrono, e nonostante la doccia fredda, inizia a sentire di nuovo caldo. Tremendamente. Il solo vederlo lì, sul suo letto, che quasi sonnecchia, la fa eccitare e lui se ne sta immobile, esausto. Lei gli si siede affianco, lo fissa; come colta da un flash le immagini di poco prima le si presentano in mente, i loro corpi incastrati come un puzzle, avvinghiati l’uno all’altra quasi per paura di perdere quell’attimo di puro piacere, si sfregano, si annusano, si baciano, si toccano, si amano.
Quelle immagini portano ancora altre vampate di calore, si tocca il corpo, le braccia, i seni, il ventre, le cosce, e quel tocco punge, la punge.
Un brivido sale su dalla schiena e la pervade. Lui apre gli occhi, la guarda da dietro, poi si alza e va via, lasciandola lì a crogiolarsi tra le lenzuola come se volesse catturare quel fugace ricordo, ma è troppo lenta e lui non c’è più. Sola. 

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